Installazione, dimensioni variabili, 2014
1222, progetto per un atlante è una geografia della memoria.
Da oltre due anni trascrivo frasi o parole, ricordi miei e altrui, parti di discorsi letti o ascoltati, su piccole parti di cemento, asfalto, ceramica, vetro o altro materiale di rivestimento trovato e raccolto nei luoghi del quotidiano, a sua volta vissuto attraversato e attraversamento di un altro tempo: quel che di questo ricordo o immagino.
L’atlante è un arcipelago, tanti agglomerati di ricordi-pensiero così come sono stati prodotti, intersezioni tra il reale (incontrato) e quel che questo ricompone nella mente; l’incontro tra ricordo e frammento è autentico, ad ogni pezzo equivale il suo oggetto percepito e ricordato. Ogni pezzo crea, quindi, il legame tra l’esperienza e il suo ricordo.
I frammenti sono tutti facenti parte di rivestimenti di quella che è una possibile casa (vetri, specchi, ceramiche, resti pavimentali), simbolicamente una casa dell’“io” ma raccontano un’”io” che viaggia, che cerca di ricomporre i frammenti di una storia: io-ospite o perennemente altrove . L’installazione è pensata come l’ingresso in una casa/stanza dei ricordi, da quelli più recenti ai più antichi e come flusso-pensiero all’interno di questi.
All’osservatore è chiesto di entrare a sua volta in relazione con questa casa-paesaggio e seguire il flusso dei propri ricordi partendo dalle suggestioni che nascono spontaneamente perché ricordare è passeggiare un territorio comune.
L’installazione consiste in 1222 frammenti, alcuni dei quali “nudi” (su cui non è stata riportata la parola scritta) e dunque in attesa del contributo (figurato) della memoria altrui.
1222 equivale esattamente al numero dei frammenti e corrisponde, casualmente, all’anno del primo terremoto medievale documentato (25 Dicembre 1222, Brescia).
Ph Vincenzo Monticelli Cuggiò