32.186,88 m [ventimiglia]

 

videopoetry, 12, 32 min., colore, sonoro.

https://www.youtube.com/watch?v=yVV7QNGtZWg

L’opera è la ricostruzione, al tempo stesso verbale, mnemonica, sensoriale e fisica, di un paesaggio. Un catalogo stratificato i cui vari elementi [layer], si sovrappongono contaminandosi inestricabilmente in un meccanismo di rimandi e riverberi che riporta alle sinapsi, agli ipertesti, alle mappe in senso più stretto, evidenziando la prossimità semantica tra luoghi interiori (della memoria, soprattutto) e spazi fisici. Alla base del lavoro vi è infatti un iter esperienziale, una distanza fisica percorsa a piedi dall’artista nell’arco di tre settimane nell’area tra Nettuno e Anzio. Il primo livello della mappa è dunque il luogo stesso. Ne fanno parte toponimia, luoghi reali, oggetti concreti, animati e inanimati. A esso si sovrappone una trasfigurazione del reale, l’esperienza emotiva che si manifesta attraverso immagini mnemoniche. Il pensiero ricorre nel percorso, così come la memoria filtrata dei topoi. Nel video l’artista esplora questi strati e il movimento della camera funge da veicolo che dallo spazio interiore trasferisce a quello fisico. Il tappeto sonoro, punteggiato di vocalizzi, è un investimento sensoriale aggiuntivo che nei tentennamenti e nei disvelamenti di “parole baule” rende manifesti percorsi mentali e campi semantici dai confini sfuggenti, volti a suggerire che il percorso della memoria (di cui alcuni ricordi scompaiono) e dell’esperienza non è necessariamente unicursale.

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